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Missaglia controversie sui marchi di fabbrica delle armature

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marchi armature missaglia controversie – Eugenio Larosa

marchi Missaglia

 

Registri e Marchi

L’importanza della produzione di armi nella Milano del XV secolo è nota, dalla parrocchia di Santa Maria Beltrade, sede della casa-officina dei fratelli Negroni da Ello meglio conosciuti come Missaglia, uscivano ogni settimana a centinaia pezze e armature complete, di tutte le fogge, destinate al mercato italiano o a a quello estero.

Così come oggi l’importanza del marchio con cui vengono contraddistinte le diverse produzioni è fondamentale anche all’epoca i diversi artigiani erano gelosi dei loro marchi che permettevano di distinguere le loro produzioni da quelle di altri.

I casi di imitazione, se non contraffazione, dei marchi, da parte di artigiani che volevano sfruttare la fama e la clientela di armaioli più conosciuti per poter vendere più facilmente le proprie creazioni erano frequenti.

In altre corporazioni questa pratica era stata eliminata o per lo meno attenuata dalla creazione di apposite disposizioni e di appositi registri del marchio in cui ogni nuovo maestro aveva l’obbligo di inserire il proprio marchio.

Questi registri erano in possesso degli officiali di corporazione che avevano giurisdizione su tutte le controversie relative all’esercizio dell’arte o del mestiere ed erano abilitati ad istituire un esame preventivo sulla legittimità del marchio presentato per la registrazione.

La corporazione degli armaioli

Pur avendo antica origine la corporazione degli armaioli si era sviluppata sul modello dei fabbri-ferrai simile a quella delle arti edili, corporazioni con un carattere prevalentemente manuale dell’arte e che escludeva un commercio diretto a differenza di altre arti che avevano maggiori contatti con i traffici e quindi a carattere più commerciale.

Per questo motivo la corporazione degli armaioli non richiedeva la registrazione di marchi pratica comune invece tra i commercianti.

La controversia sui marchi : Dionisio Negroni da Ello contro Aloisio da Boltego

Attraverso due atti notarili della prima metà del ‘400 veniamo a conoscenza di questa problematica  non solo dovuta alla mancanza di un sistema di registrazione dei marchi, ma anche alla mancanza di un preventivo esame della stessa legalità dei marchi.

Il primo atto datato 9 Aprile 1429 e trascritto dal Notaio Enrighino da Sartorana contiene la dichiarazione di appello da una sentenza del vicario del podestà di Milano, in una causa promossa dall’armaiolo Aloisio da Boltego contro Dionisio Negroni da Ello, pure armaiolo.

“Aloisio si era querelato perché Dionisio da qualche tempo segnava le proprie armature con un marchio perfettamente eguale a quello da lui adottato e prima di lui, per oltre venticinque anni, dal padre suo, Cristoforo da Boltego. Si lamentava inoltre che anche un secondo marchio adottato, pare,da più lungo tempo, dal Negroni, costituisse, se non una perfetta contraffazione, una imitazione fraudolenta del vecchio marchio Boltego.”

Dalla sentenza non appare quale difesa il Negroni opponesse sul primo punto.

Sicuramente avrà fatto appello alla mancanza di un qualsiasi ordinamento in merito alla protezione dei marchi di fabbrica così come invece accadeva in altre corporazioni.

Quanto al secondo marchio, che nella imbreviatura è così raffigurato :

 

 

 

 

Probabile che il Negroni si fosse richiamato alla esistenza, in ciascuno dei due marchi, Boltego e Negroni, di elementi caratteristici, bastevoli a differenziare l’un marchio dall’altro e ad escludere la possibilità dell’equivoco e della confusione a chi avesse avuto una nozione pur vaga ed incerta di uno o l’altro di essi.

Il giudice diede ragione Boltego sul primo punto, riconoscendo la priorità dell’uso del marchio per parte di Aloisio da Boltego e del padre suo, inibì al Negroni di servirsi ulteriormente del marchio medesimo « sub pena falsi »;  cioè sotto comminatoria della sanzione stabilita dalla legge per il crimine di falso, che era il taglio della mano destra (Arch.Stor.Lomb. Anno XXXIX, fasc XXXIV).

Ma diede ragione al Negroni  sul secondo punto, pur avendo constatata una certa rassomiglianza fra i due marchi, trovò di non poter interdire al Negroni la continuazione dell’uso di quello che egli possedeva già da tempo.

La controversia sui marchi : Tommaso Negroni da Elio contro Bernardo Solari e da Bernardo Calvi

Il secondo atto a cura del Notaio Ambrogio Spanzotta e datato 7 Novembre 1433 controversia tra Bernardo Solari e da Bernardo Calvi , maestri armaioli e maestro Tommaso Negroni da Elio, detto il Missaglia.
L’atto reca due conformi promissioni, verso Solari e il Calvi di non servirsi più nell’esercizio della propria arte dei marchi che ciascuno di essi aveva rispettivamente cominciato ad usare da non oltre un anno.

Questi marchi erano stati ritenuti quasi conformi od assai rassomiglianti al marchio Negroni-Missaglia , e per questo era stato  fatto divieto di non far uso di altro marchio che presentasse qualsiasi, pur minima, rassomiglianza col marchio Negroni-Missaglia.

Di seguito i marchi incriminati.

Le due promissioni erano destinate a comporre una lite per contraffazione od imitazione fraudolenta del proprio marchio.
Lite che il Missaglia aveva promosso contro il Solari ed il Calvi e contro altri armaioli. 

Una considerazione da fare è l’elemento caratteristico del marchio-tipo, comune alle tre filiazioni, una crocetta, dalla cui asta inferiore si biforcano due linee, alle estremità di queste linee o nell’angolo formato dalla biforcazione prendono posto le iniziali del nome e cognome o del solo nome del possessore.

Poiché nella sentenza del 1429 si riconosce una certa affinità fra il vecchio marchio Boltego ed il marchio usato da Dionisio Negroni, il cui disegno abbiamo più sopra riprodotto, potremmo attribuire  il processo storico della formazione e successiva derivazione dei vari marchi a Cristoforo da Boltego, padre di Aloisio, il cui marchio-tipo risale alla fine del trecento.

Marchio imitato questo dai due Negroni, Dionisio e Tommaso, e grazie alla sostituzione delle proprie iniziali al B dei Boltego regolarizzato definitivamente grazie alla sentenza del 1429.

 

Fonti :
Regesti Archivio Notarile Milano
ANM, Not. ENRIGHINO DA SARTORANA – 25 – 1429, aprile, 9
ANM, Not. AMBROGIO SPANZOTTA 28 – 1433, NOVEMBRE 7
ANM, Not. Lancelotto da Montebreto; Biscaro
Archivio Storico Lombardo XXXIX
Case e mercato immobiliare a Milano in età visconteo-sforzesca (secoli XIV-XV) – Eleonora Sàita
Gli armaroli Milanesi : i Missaglia e la loro casa – Gelli, Jacopo, 1858-1935; Moretti, Gaetano